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Cuori neroazzurri, anche cultura e gli altri

La mattina del 28 novembre, la redazione del Bullone si è animata all’arrivo di un vecchio amico, Stefano Vergani, che ci è venuto a spiegare, insieme ai suoi colleghi Fabrizio Viel e Franco Brambilla, il significato della Associazione Cuori Neroazzurri. Come si può forse intendere, a parlarci non sono stati dei semplici «supporter», ma proprio il presidente, il tesoriere e il direttivo di Cuori Neroazzuri. Il primo a parlare è stato Vergani, storico fondatore e presidente: «Associazione Cuori Neroazzuri nasce nel 2006 ed è composta da manager e imprenditori, tutti più o meno della stessa età, quindi nati in quel periodo storico famoso per la vita divisa tra casa, chiesa, oratorio e pallone. Quando ci fu lo scandalo del 2006 su Moggiopoli», ha raccontato il presidente, «ci siamo sentiti tutti derubati, perché da bambini pensadi Ada Baldovin, ragazza B.LIVE vamo che il mondo del calcio fosse un mondo di eroi, c’era rispetto tra i giocatori e le squadre. Così abbiamo deciso di aprire un’associazione che non fosse un Inter club, ma un’associazione di amanti del calcio, tra cui molti interisti, per questo, connotazione neroazzurra». L’associazione è nata con l’idea di riportare in auge alcuni aspetti «cavallereschi» del calcio. Il primo è il senso di appartenenza e il secondo, molto importante, è il fare! Con «fare» si intende mettere l’accento su quello che rappresenta oggi il mondo del calcio, che non è più quello di una volta. Oggi circola un’immensa quantità di soldi attorno a questo sport e uno degli obiettivi dell’associazione, è quello di incanalare alcuni di questi proventi a sostegno di iniziative che abbiano un vero impatto sociale. Ad oggi ci sono 150 soci «cuori neroazzuri» che crescono rapidamente grazie alle nuove delegazioni a Roma e Ancona, nelle quali vengono coinvolti sempre più manager di aziende e imprenditori. «Seguiamo cinque associazioni impegnate in vari ambiti. Il nostro lavoro non è elargire soldi, ma mettere in comunicazione il donatore e il destinatario», ha continuato Stefano Vergani, «inoltre un nostro grande obiettivo è riportare e alimentare un giusto spirito sportivo, così da avere cittadini migliori, responsabili, non violenti negli stadi. Spesso ci troviamo a confrontarci con le società calcistiche che per prime dovrebbero infondere questi valori, soprattutto da quando istituzioni come gli oratori, hanno smesso di essere centri aggregazione sportiva».

di Ada Baldovin, ragazza B.LIVE

 

Leggi qui il pdf dell’articolo che “Il Bullone” ha riservato alla nostra associazione.